C’è un dato che racconta molto più di quanto sembri: nel 2024, in Italia sono state registrate oltre 217.000 donazioni di beni immobili, con un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente. È un numero che può passare inosservato, ma che rivela una tendenza sempre più diffusa nelle famiglie italiane: trasferire la proprietà di una casa o di un terreno già in vita, anziché aspettare la successione.
Siamo di fronte a una modalità di gestione del patrimonio che oggi più che mai risponde a esigenze molto concrete: aiutare figli e nipoti a mettere radici, evitare complicazioni ereditarie future, semplificare la trasmissione dei beni in un contesto dove l’acquisto della prima casa è diventato più difficile, soprattutto per i più giovani.
Un gesto affettivo, ma anche strategico
Spesso la donazione nasce come un gesto d’amore: un genitore che vuole lasciare una casa al figlio, magari per permettergli di andare a vivere da solo o per facilitare l’accesso a un mutuo. Ma la verità è che oggi donare un immobile è anche una scelta consapevole, con vantaggi concreti dal punto di vista patrimoniale, fiscale e organizzativo.
Secondo i dati del Consiglio Nazionale del Notariato, la maggior parte delle donazioni riguarda fabbricati residenziali, ma una quota significativa interessa anche la nuda proprietà, oppure terreni agricoli. In molti casi, chi dona mantiene l’usufrutto, ossia il diritto di vivere nella casa o di percepire l’affitto, lasciando la nuda proprietà ai figli. Una soluzione flessibile, che tutela sia chi cede che chi riceve.
Il profilo di chi dona (e di chi riceve)
Chi effettua una donazione ha, in media, più di 56 anni. Chi riceve, invece, rientra quasi sempre nella fascia tra i 18 e i 55 anni, con una crescita rilevante tra i 30enni e 40enni che si trovano nella fase di costruzione di un progetto di vita. Non a caso, molte donazioni riguardano la prima casa e beneficiano delle agevolazioni fiscali previste per questo tipo di acquisto.
Il fenomeno è particolarmente diffuso nel Sud Italia e nelle Isole, dove si concentra quasi la metà delle donazioni immobiliari registrate. Un dato che riflette una cultura familiare molto radicata: in queste zone, il patrimonio immobiliare viene spesso tramandato come bene di famiglia, con una logica di continuità tra generazioni.
Quali sono i vantaggi concreti?
Donare un immobile, rispetto a lasciarlo in eredità, consente di:
- Evitare futuri contenziosi tra eredi;
- Sfruttare eventuali agevolazioni fiscali per la prima casa;
- Pianificare con anticipo la successione, senza attendere eventi imprevedibili;
- Facilitare l’accesso al credito per i figli, che possono così usare l’immobile come garanzia o risparmiare sull’affitto.
Naturalmente, come ogni scelta patrimoniale, anche la donazione richiede attenzione: va formalizzata con un atto notarile, comporta delle spese, e può essere impugnata dagli eredi entro certi limiti di tempo (in genere fino a 20 anni dalla trascrizione, salvo casi particolari). Ma con la giusta consulenza, è uno strumento pienamente legittimo, trasparente e utile.
Il supporto del team La Spina
Nel nostro lavoro quotidiano incontriamo spesso famiglie che si pongono queste domande: “Conviene donare la casa a mio figlio ora?” “È meglio aspettare?” “Cosa succede se un domani vogliamo venderla?”. Il nostro ruolo è proprio questo: accompagnare la decisione con informazioni chiare e affidabili, senza pressioni ma con l’obiettivo di costruire soluzioni su misura.